SPECCHIO
ECONOMICO


   
 
 
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Elettricità

No alla produzione di energia
<<costi quel che costi>>

di  CLAUDIO F. FAVA

Senza voler entrare nel merito delle discussioni in corso sul DDL Bersani, servizio universale, istituzione del sistema di last-resort e sulla tariffa sociale, l’analisi del mercato elettrico oggi in Italia mette in luce un problema di alternative che riguarda tutti. La Società Acquirente Unico SpA compra elettricità da qualsiasi fonte, per gli utenti italiani di piccola dimensione, non aggregati, allacciati alla rete di distribuzione nazionale e serviti da 150 distributori. Indipendentemente dal prosieguo o meno del mercato ex-vincolato, ora idoneo e dal 1° luglio 2007 libero di scegliere altri fornitori, Acquirente Unico SpA, pur con tutte le sofisticate tecniche di protezione del prezzo, acquista in un contesto produttivo che in Italia è uguale per tutti gli operatori.
Al posto dell’ottica del profitto per soddisfare i soci con giusti dividendi, per ora Acquirente Unico ha come compiti prioritari, sotto il controllo e lo stimolo permanente delle verifiche dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, quelli di ammortizzare gli incrementi di prezzo e coprire con prudenza i trend degli aumenti verificatisi per colpa di fenomeni politici, di guerre, di eventi naturali e di dumping, a vantaggio delle famiglie e dei piccoli operatori, il cosiddetto mercato universale.
Questo è il quadro. Ed in questo quadro si possono sviluppare molte variabili sia aziendali che politiche e sociali, pungolati dall’attenzione delle Associazioni dei Consumatori che, giustamente, attribuiscono la stessa enfasi per esempio ad un aumento dell’1% di costo del gas e dell’elettricità. Senza contare che la bolletta del gas è di 2 volte e mezzo maggiore, per una famiglia media, rispetto a quella dell’elettricità. In effetti oggi, considerando anche gli aumenti tariffari che scattati il primo ottobre, la spesa energetica media annua per una utenza-tipo domestica si aggira sui 400 euro per 2.700 kilowatt di elettricità, e sui circa 1.000 per 1.400 metri cubi di gas.
Ora occorre che chi ha a cuore le preoccupazioni delle famiglie, delle microimprese o piccole realtà produttive e non produttive, come per esempio le onlus, aiuti Acquirente Unico a rispondere ad una facile domanda, che ha più soluzioni, per cui quindi la conseguente scelta deve essere doverosamente concordata con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. 
Acquirente Unico deve garantire in primis l’acquisto di elettricità, privilegiando l’abbattimento di rischi per la continuità nella fornitura oppure l’abbassamento del prezzo di acquisto per contribuire ad aumentare la capacità di spesa o investimento o risparmio della famiglia? 
La scelta è importante perché importante è lo scenario che può determinare una diversificazione delle fonti tradizionali di approvvigionamento.
Il famoso black-out di alcuni anni fa, ha aperto gli occhi sulla impreparazione del sistema. Oggi è molto diverso ma i recenti accordi Sonatrache la Gazprom annunciano tamburi di guerra. Perché se è vero che nel 2008 e 2009 nel Paese aumenterà a tal punto il numero di centrali elettriche a ciclo combinato da far diminuire il rischio di black-out elettrici, è anche vero che queste centrali operano a gas e continueranno ad aver bisogno di sempre maggiori quantità di questo, non certo a prezzi discendenti.
Infatti in Italia è stati autorizzata la realizzazione di impianti  per una produzione di circa 20 mila megawatt, la maggior parte dei quali alimentati a gas, e vi sono cantieri aperti per oltre 10 mila megawatt, che saranno completati entro il periodo considerato, cioè tra il 2008 e il 2009.
Se l’obiettivo da privilegiare invece è il secondo, ossia il contenimento del prezzo di acquisto, allora Acquirente Unico deve optare per tutte quelle soluzioni che si svincolino, in parte, dall’obbligo di acquistare elettricità da impianti che impiegano in maniera prevalente il gas, e deve aprirsi ad acquisti pluriennali, sia in Italia che all’estero, nonché ad acquisti di elettricità allo stato di prodotto finito, importandola con elettrodotti e negoziando condizioni vantaggiose di prezzo, contribuendo nello  stesso tempo a non aggiungere nuove e nocive emissioni di gas-serra che ricadrebbero sul già deficitario bilancio italiano delle emission-trading.
Del resto, la nuova regolarizzazione della borsa elettrica contempla finalmente una piattaforma di "futures" in tal senso; quindi sviluppare le risorse tecniche di Acquirente Unico sarebbe un compito realmente a portata di mano, che occorrerebbe potenziare.
Con questo impulso di diversificazione la mai abbastanza desiderata sicurezza energetica troverebbe un riscontro anche economico senza che, a priori, si produci energia "costi quello che costi".

   
  Dicembre 2006 Pag. 48